"The unexamined life is not worth living"
Socrates

giovedì 31 ottobre 2013

LE RIVOLUZIONI INDIVIDUALI


Ogni essere umano, sin dai primi anni di vita, attingendo alla propria esperienza e alle idee che gli vengono comunicate, sviluppa una propria visione del mondo, o per essere più precisi produce o aderisce ad una Weltanschauung (il termine tedesco viene tradotto con "visione del mondo", ma esso possiede una dimensione sovrapersonale, quindi va oltre il punto di vista individuale), cercando così di organizzare la propria esistenza e di trovare il proprio posto in questo mondo. Tale idea su "come vanno le cose" può essere costruita su menzogne (certamente non riconosciute come tali) o su verità, ma solitamente si presenta un miscuglio di esse, ed essa include: l'identità dell'individuo, l'ordine del mondo, l'esistenza o meno di Dio, le regole per relazionarsi, la scala delle priorità, il proprio progetto di vita (queste idee o concezioni in particolare vanno a costituire la struttura portante della propria Weltanschauung e li chiameremo paradigmi) ecc.. fino ad includere l'opinione su ogni persona conosciuta o il giudizio sui singoli avvenimenti. Ogni uomo si muove all'interno della visione del mondo da lui costruita e attraverso di essa opera le proprie scelte.


Tuttavia ogni persona, nel corso della vita, si trova ad affrontare avvenimenti che possono mettere a rischio la propria visione del mondo perché in contrasto con suoi paradigmi. Tali avvenimenti possono per esempio essere la morte di una persona cara, l'entrare a contatto con una povertà estrema, innamorarsi profondamente di una persona e così via; essi saranno diversi per ogni individuo a seconda di quali siano i paradigmi della sua visione del mondo.  Di fronte a questi avvenimenti la singola persona può scegliere di adottare tre diversi atteggiamenti: ignorarli relegandoli nell'inconscio; cercare di giustificarli attraverso il ragionamento, rimanendo all'interno della propria Weltanschauung; cambiare i paradigmi dando origine ad una "rivoluzione individuale" che produrrà una nuova visione del mondo.


Nella vita dell'essere umano avviene dunque ciò che Thomas Kuhn aveva teorizzato per la storia della scienza. Secondo il filosofo statunitense la scienza nel suo processo storico non accumula verità l'una sull'altra, ma essa va sviluppandosi attorno a delle idee principali che chiama paradigmi. Nei periodo di "scienza normale" gli scienziati sviluppano delle nuove teorie che non vanno ad intaccare il paradigma. In seguito vi sono delle scoperte che mettono in crisi il sistema scientifico costruito, portando a "rivoluzioni scientifiche" durante le quali viene generato un nuovo paradigma. L'esempio più rappresentativo è quello del sistema copernicano che andò a sostituire quello aristotelico-tolemaico, rivoluzionando così la scienza di quel periodo storico.


La scienza, con il suo metodo e il suo procedere storico verso la verità, diventa dunque esempio per un corretto sviluppo dell'essere umano e per l'individuale cammino verso la verità ed una vita più piena. Come lo scienziato dubita di ciò che è dato per certo e coglie il rischio di sperimentare qualcosa di nuovo che la realtà presenta come vero, così ogni persona trovandosi di fronte ad avvenimenti che contraddicono la propria visione del mondo deve dubitare della veridicità di quest'ultima e prendere il rischio di costruirne una nuova che riesca ad includere anche quegli eventi. 


La vita presenta tuttavia una differenza fondamentale rispetto alla scienza: essa è più profonda, esistenziale e per questo acquista una maggiore drammaticità e radicalità. Per uno scienziato, sperimentare una nuova teoria, significa dedicare molto del suo tempo e faticare molto; ma per un individuo, investire nello sviluppo di una nuova visione del mondo, significa andare in contro alla disgregazione provvisoria della persona stessa, della propria identità e del proprio mondo: significa perdersi temporaneamente, e senza la possibilità di poter tornare indietro alla visione del mondo precedente. Una tale scelta richiede quindi una particolare forza personale e il coraggio degli eroi. E' chiaro, adesso, perché in molti preferiscano sfuggire dalla vita e rimanere rinchiusi nella propria Weltanschauung. Ma quest'ultima decisione porta, nascosto in sé, un pericolo maggiore: quello di non vivere ma di sopravvivere miseramente costruendo tutto su una mezza-verità, il pericolo di non esistere. Il premio, invece, per coloro che avranno scelto di scommettersi sarà alla fine una vita più piena, assaporata fino in fondo e il raggiungimento di una verità più profonda di quella scientifica.

venerdì 25 ottobre 2013

BECAUSE OF LOVE YOU WILL LIVE ETERNALLY


In the times we live in, it often happens to wonder what is the point of carrying on living, if still exist something to live for, something that can be the reason of one's own existence. Often we answer these questions by clinging on to the things that have more meaning in life: family, love, friends, career and helping others. But the events of this historical time show that none of those elements can be the ultimate reason of one's life, the 'quid' that can give meaning to the rest: when all the things that have been giving meaning to our lives come face to face with death, they lose their capacity of offering meaning. What can ever be the point of loving, of being good to others, of career when sooner or later everything ends?



This doesn't have to leave us dismayed because the reality that we experience and observe shows us also something more. In goodness, in beauty, in truth, in love we can notice the existence and the promise of eternity. A sensitive soul feels eternity inside itself every time it has the possibility of contemplating the beauty of nature or of helping another human being. And to every person that truly loves someone else is given to feel that it belongs to the essence of that particular love to last eternally. Therefore if it is true that reality shows us a limit, it also gives us a glimpse of the infinity. This means that only eternity and the human struggle to reach it can really give meaning to the human life.


It is right at this point of our reflection to wonder how can one reach this eternity. Here comes back that same love that on its own was unable to give meaning to the life of the individual. Every real phenomenologist (and every good observer) will see infact that the human being seems naturally born to love and to be loved: a well-fed man that has got everything necessary to him but who has nobody to love him will look like a walking dead. So it is by loving that a human being fulfill his own essence, that a man becomes Man. It follows that love has a primary importance for the human being in comparison to the other elements (the good, beauty an truth).


This is not sufficient to make of love the mean to reach eternity: it must have as its essential characteristic the capacity to save. The good has got salvific value which is however connected to an external entity who awards the good man with salvation; this would bring up one more dilemma: the demonstration of the real existence of this external entity. Beauty has got only the capacity to elevate us to a pure contemplation of eternity, it leaves nothing to man but this vision. Tha same can be said about the truth which gives to the intellect the light of a certain knowledge but which doesn't save the human being (even if it is very helpful). Love instead has got salvific value in itself: when a person loves another one, he makes the experience of coming back to life, of paradoxically being saved from his own life. And this is true for every kind of love (spousal, of friends, parental etc...), but in different degrees where the spousal love holds the greater degree.



For those reasons, ultimately, love in all its kinds constitutes the one and only reason for living because it is tightly tied up to eternity and to the essence of the human being, becoming a bridge between the two.